Il 2024, grazie al ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, è stato proclamato "anno del turismo delle radici"
Un’importante occasione per un progetto che lascia il segno. Detta così, sembrerebbe che il progetto abbia sortito, e possa sortire ancora, dei risultati straordinari. Analizzando gli effetti, rimango fiducioso di quelli che potranno essere i risultati alla fine di questa importante iniziativa. Noi del mondo del folklore, baluardo indefesso dell’identità culturale e delle tradizioni, speriamo di diventare grandi protagonisti di un progetto che ritiene le “Radici” di un popolo essenziali per il ritorno alla conoscenza dei propri luoghi natii o di quelli degli avi. Avi che hanno conosciuto, loro malgrado, l’onta dell’emigrazione verso lidi sconosciuti. Una migrazione necessaria per il sostegno delle famiglie che non ha scalfito la voglia identitaria, quella del ritorno. Il ricordo di questo passato è ancora troppo forte per cancellare quel lontano passato di pianto. Solo le tradizioni e la cultura della loro conservazione possono favorire un vero ritorno turistico, al quale il progetto mira. Ogni azione può concedere spazi per porci all'attesa tanto sperata e verso un futuro decisamente migliore.
Il ricordo è vita per il cuore, e affidare alle nostre “Radici” il benessere quotidiano alimenta la memoria, permettendoci di aprire quei bauli chiusi a chiave. Aprirli significherebbe emozionarsi! Le emozioni del ricordo consentono di rivivere la bellezza passata, che è la prima forma di comunicazione. Gioia, sofferenza, passione e dolore sono tutti elementi folklorici che raccontano la vita e ci rendono longevi.
“Non potrò essere lontano dai miei pensieri passati. Sarebbe la fine dell’essere,” narra Nicola De Cole, emigrato e mai tornato alla sua terra natia, Roseto Capo Spulico. Morì lasciando un testimone di sofferenza, costruendo un caleidoscopio di un mondo dedito alla pesca e alle piccole barche trainate da pescatori resilienti.
Questa è la missione che abbiamo nel cuore. Le opportunità si raccolgono anche se difficili da concretizzare, ma occorre farlo per chi aspetta di riabbracciare il passato.
Queste iniziative legate al Turismo delle Radici valorizzeranno i piccoli borghi italiani, ricreando ambienti ideali per dare valore alla storia delle famiglie e dei luoghi d'origine.
L'istituzione del tavolo per la valorizzazione della musica popolare e amatoriale, in sinergia con il Turismo delle Radici, rende più vero l'accoglimento dei turisti di ritorno, che cercano di rivivere le tradizioni.
Il folklore è un mondo di felicità, passione e resilienza. È unità di intenti e forza aggregante. È il ricordo, la forza per asciugare il pianto disperato di chi non può tornare. Il folklore è il caleidoscopio che ci fa guardare il cuore dal margine al centro.
Auguri di Buon Anno delle Radici a tutti noi!