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31-10-2024

Festival Italia e Regioni a Ferentillo

a cura di Maurizio Varriano

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Le cascate delle Marmore con la loro imponenza scandiscono le ore che separano l’eternità dalla sua musica. Il viaggio di gruppi pronti a sopraffare l’eternità e ripartire dalla musica dell’anima popolare è lungo e mai troppo faticoso per chi della vera amicizia, armonizzata dalla storia comune fatta di passioni, contesti, studio e relazioni, si pone al mondo con allegria e debita goliardia nell’ essere identitari. L’amore per la propria terra è FESTIVAL ITALIA E REGIONI ALL’IMPROVVISO LA FELICITÀ! Ferentillo al centro di ogni ballo, canzone o danza, e tutto questo ferma il tempo, e con esso le ore che separano i talentuosi partecipanti dal Festival della Federazione Italiana Tradizioni Popolari dal roboante titolo: Italia e Regioni. Le cascate sono il pretesto per parlare di essenza e con esse accendere la voglia sfrenata di farsi trasportare dalla spuma bianca che, dall’urto violento dettato dalla dirompente caduta della immensa massa d’acqua, pone l’accento al cospetto della vita. Da lì a poco Ferentillo, grazioso paese a ridosso delle cascate, divenuto famoso per le sue torri ancora attente a cosa accade in paese e a guardia di mummie in bella vista presso uno dei musei più intriganti d’Italia, accenderà le luci della ribalta e offrirà ai convenuti la grazia di un mondo che dell’identità ne contestualizza il meglio e con la forza dell’aggregante folklore, vince sfide difficili, amplia aspetti culturali, pone sul tavolo dei commensali la saggezza di un tempo che si allontana sempre più dall’essere cittadini di un mondo che ormai non risiede più nel cucù dell’orologio a pendolo. Evviva! L’esclamazione all’arrivo nella bella piazza dove il campanile svetta e guarda l’orizzonte mai troppo vicino ma sempre più a portata di mano. La pioggia cambia i programmi ma non scalfisce l’ardore, che i cuori degli oltre 700 attori del Festival, inonda la cittadina dalla gradevole visione paesaggistica che concretizza l’asprezza positiva di una biodiversità eccellente. Da lì a poco sarà sera e l’immenso palco, vestito a festa, farà la sua parte nel sentirsi integrato al contesto e permettere l’esibizione di ben 21 gruppi provenienti da tutta Italia. Le centinaia di sedie poste dinanzi la bella Chiesa che ospiterà la Santa Messa, da lì alla mattina seguente, iniziano a dettare la pace dei corpi stanchi dalla fatica del giorno ma pronti a una maratona di musica e allegria. “È Festa”, titola una canzone della Premiata Forneria Marconi. Ferentillo sente il peso e la gioia di un evento magico e fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale guidata dalla brava sindaco Elisabetta Cascelli, nel rispondere positivamente a ogni sollecitazione e condizionare l’evento alla riuscita, soprattutto in tema di accoglienza e affettività verso un Mondo sempre più attivo, partecipativo, organizzato, anche grazie alla governance guidata dal presidente Gerardo Bonifati.


L’orologio del campanile al contrario delle cascate non si ferma e alle 21,00 del 14 settembre 2024, la Festa apre alla gioia e alla partecipazione. Una sfilata di gonfaloni che nel fare bella mostra significano coerenza e compostezza nel porsi all’attenzione del folto pubblico. I gruppi si presentano alla Città e nello sfilare arridono al freddo pungente grazie al calore della forza dirompente della musica mai stridula degli strumenti della tradizione. L’adrenalina si fa gioco del corpo di ognuno dei partecipanti e nel prendersi cura dei corpi degli attori, fa capolino sino a tarda sera per poi trasferirsi nel tempo che ricomincia, pian piano, a dettare le sue condizioni di padrone della notte. Una girandola di canti, balli, emozioni e passaggi dalla specchiata concessione di passione, sono la costante di una serata lunga, fredda ma dal sapore della forza di saper esserci, di voler partecipare a dispetto della scaletta e dell’orologio che a tarda notte segna la fine dello spettacolo fermandosi alle ore 2,30 del 15 settembre. Maurizio e Lara, conduttori mai domi al sonno benevolo sempre in cerca di sponde non trovate, salutano e nel concedersi al cospetto del pubblico non hanno potuto esimersi di ringraziare i presenti e quel distintivo qual è la famiglia FITP, che pone splendore a perfetti visi dalle chiome sfavillanti, tanto da rendere l’ondeggiar delle gonne e il rumoreggiar dei tacchi atti a scandire il passo, l’idillio per poter ricomporre la stanchezza in cassetti mai più aperti e ritrovar la felicità spesso smarrita ma sempre a portata di mano. La felicità, tema dell’edizione 2024 del Festival “Fanciullo e Folklore” che mai si è sopita al cospetto delle guerre, dell’ingerente negligenza di politiche distruttive non più aggreganti e sempre più pericolo per le future generazioni. Tutti bravi, tutti insieme per un futuro migliore e pieno di folklore, unico baluardo per concedersi la speranza di Pace, Fratellanza e Uguaglianza nei diritti come nei doveri. Una missione che forma e trasforma la cenere in fuoco che, nell’appiccare la miccia, ha visto ballare la Pantasima del Cicolano, e riscaldare la piazza con un cordone avvolto da nodi di abbracci dal sapore dell’Unità condivisa. Le pantomime hanno preso il sopravvento e la compostezza dei balli sardi ha reso grazie alla grazia di un tempo mai del tutto svanito. Poi la tarantella ha fatto il suo corso di animatrice senza mai trovar stasi di stanchezza; i tamburelli e le chitarre nello spazio hanno accompagnato gruppi di ballerini che, con la maestria dei professionisti, hanno posto la costanza al cospetto della restanza. Le fisarmoniche, i fiscaletti, le nacchere, non hanno mai smesso di schiavizzare le nuvole che, a lor malgrado, hanno dovuto lasciare il passo alle stelle.


Vederle brillare per salutare la “Vita” di chi resiliente porta la restanza in luoghi lontani dallo stereotipo della magnificente grandezza e popolarità mondana, è stata una soddisfazione immensa come plaudire il sereno grazie ai saluti del vice Sindaco Massimiliano Costantini, raggiante di spontanea sincera soddisfazione, dell’assessore Roberto Pellini, traghettatore della splendida accoglienza umbra, degli alti organi della Federazione tra cui il presidente nazionale Gerardo Bonifati, Ciro Marino, Franco Fedele, Michele Castrilli, Angelo Scolaro e Merrino nonché dai padroni di casa Giorgio Paci e Francesco Pilotti. Ventuno gruppi, si diceva, pronti a far valere la forza identitaria diversa, concreta ma mai dettata dal campanile. Il folkloristico "Spoletino", l’”Interamna folk” e “I cantori della Valnerina” umbri doc, il guppo abruzzese “Silente”, i famosi "Lu Chicchirichì'" e l’"U Iascungie" dalla Basilicata accompagnati dal gruppo dei “Miromagnum”, calabresi doc, hanno concretizzato fusioni e tradizioni con la perfezione delle loro esibizioni. La Campania con la “A’ Spiga Rossa” e il “Gregoriano” ha fatto ballare la piazza come del resto è accaduto grazie ai laziali dei “U. Rembombu” e a “ La Compagnia degli zaini”. La compagnia del “Re Gnocco di Mapello”, lombardi sfrenati dal morso del freddo pungente, si son mostrati compagni di un viaggio che ha coinvolto anche il Molise per l’occasione rappresentato mirabilmente dal gruppo folk “Ru Maccature” accompagnato da esponenti dei gruppi di Campochiaro e Forli del Sannio. Tre le compagnie in rappresentanza della Sardegna: “Città di Dolianova”, “città di Assemini” e “Quartiere Villanova”. Tre anche le compagnie della splendida Sicilia: “Naso”, “Vecchia Jonia” e “A Musetta”. Una risposta che ha inciso e scavato solchi pieni di semi che a fine spettacolo ha tratto e garantito lo spuntar di fiori profumati. Anche la Toscana è scesa in campo con i campioni della “La Muffrina” e del G.F. “Gigetto” (nel bicchiere). Un vero e proprio “Gran gala del folklore” che ha magnificato la voglia di essere e sconfitto il confronto con la morte del cuore. Via della Vittoria nell’accogliere i gruppi ha rievocato il suo nome e la mattina seguente, nel porsi al cospetto della sfilata e delle premiazioni, subito dopo la Santa Messa che ha visto, tra l’altro, il commiato del parroco del paese, ha tributato l’onore delle armi che non hanno tuonano pallottole di morte ma i colori della ritrovata “Felicità”.

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